traduzione sweetest maleficia e darkness incarnate dei cradle of filth?
1 risposta
- frencio75Lv 61 decennio faRisposta preferita
L'oscurità Incarnata
“Qualcosa di più spesso della disperazione
Continua a cavalcare l’aria di mezzanotte
L’odore del sangue, il gusto della preda
Ti spiamo nasconderti Gilles de Rais”
Sotto l’afa d’agosto
Dopo un banchetto e una festa
Quando il vino speziato e la canzone
Hanno più lontano scaldato le vene
Al nono grado come i tenacoli*
Trattengono un altro corpo nel loro ondeggiare
Gilles si ritira dal fuochi avidi
Che saranno color cenere i resti
L’oscurità incarnata
Demoni nel suo sperma
Che una volta restava attaccato alle gole
Dei bambini trascinati dalle cantine alle sue stanze
Ora permea il castello
Tutti quelli che dormono sognano della capra
Quell’oscuro eclettico annunciatore del destino
Gli usignoli cantavano della tragedia
I sussurri erano fatti di blasfemia
Vano, pazzo, questo bruto in disparte
Strappava veli contaminato sopra l’amara verità
I gradini correvano confusamente
La sua camera assediata
Dai fantasmi che protetti
Nelle sue pellicce, rimorso
Cercò di oberarlo
Come una lanterna di malattia
Che brillava sulle facce marcite
Di quelli uccisi in forze
L’oscurità incarnata
Fantasmi che fuggono così indisposti
Per il suo amore Satanico
Di bambini trascinati dalle celle al suo banchetto
Lui alzò un vento carnale in opposizione
A quelli che sedevano in alto
Uscendo di corsa nella foresta come una bestia
Il vento della notte cantava della tragedia
I sussurri erano fatti di blasfemia
Vano, pazzo, questo bruto in disparte
Strappava veli contaminato sopra la nuda verità
La pazzia annuvolò ogni cosa
Come un manto da licantropo
E tra i suoi orrendi lineamenti lui vide
Gli alberi diventare oscenità
Lo sperma gocciola da ogni ramo
Come se lui attecchisse la natura come una *******
Le driadi** linguacciute sotto gonne di foglie
Rami che si abbandonano quelli esili compiaciuti
I beffardi orifizi e la foresta sulle sue ginocchia
Poi una volta infatuato, i tronchi nodosi adesso crescevano
Marcia, venerea, cancerosa, livida
La coagulazione del suo sangue ad una orribile irascibile melodia
“La morte è solo un questione di un piccolo dolore”
Sotto il giallastro chiaro di luna
In un paese delle meraviglie di dolore
Gilles scappò al castello
Terrorizzato e svuotato
Cercò il suo letto di velluto rosso scuro
E il sonno prestabilito
Esausto, forzato nella monotonia
Lo strisciare degli incubi venne di nuovo
La pazzia annuvolò ogni cosa
Come un manto da licantropo
E tra i suoi orrendi lineamenti lui vide
Centinaia di bambini uccisi
Alcuni vennero strisciando sbudellati
Al luogo dove lui li allungò ululanti a quattro zampe
Cadaveri lacerati alle sue gambe e ginocchia
Mentre lui ghermiva alla croce, supplicando il rinvio
Da un Signore che si innalzò sopra la terribile scena
Singhiozzò e pianse, nessuna voce era rimasta
Per urlare, il sogno non era ancora sconfitto
Lui sentì gli orrori sibilare al suo fianco, “Erode rinnegherai…”
“Chi ode le lacrime dell’imbrunire?
Chi dirige i pungiglioni così dispettosi?”
“Oh miei carissimi angeli, andate a pregare da Dio per me”
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Dolcissima Maleficia*
“Ti evoco Barron**, Satana, Belzebù
Dal Padre, il Figlio e lo Spirito Santo
Dalla Vergine Maria e tutti i santi
Per apparire in persone, così che puoi parlarci
Ed esaudire i nostri desideri
Vieni al mio invito e io ti concederò
Qualunque cosa tu voglia, per quanto vile
E la riduzione della mia vita”
Si sarebbe alzato trionfante
Tutto esausto
Su una piuma di ali di corvo
Trafficando con adulatori
Che condividono la sua coppa
Tra altre cose più gravi
Alchimisti e maghi cucirono la sua testa
Con il puzzo della pece e della mirra
Il devoto svanì lentamente ma il pagano rimase
Le candele ardevano piano e ancora nulla venne
Sopportando segreti dorati da una fredda malevola razza
Lui avrebbe voluto avere il suo demone!
Lui avrebbe voluto il suo vizio!
Tutto tranne la sua anima fu soggetto al sacrificio!
Malgrado il loro aumento non un singolo capello
Ogni cosa puzzava di stregoneria là
Dalla cappella macchiata al prato all’inglese ornato di statue
Nel Caprineum*** sul lago
Alle calme cripte illuminate e lo squarcio dell’alba
Scivolando giù dalle torri, odorava tutto di falso
Lui aveva bisogno di risposte non consigli
Aveva intenzione di escogitare
Un lungo treno di torture per lo sciocco
Che pensava che una seduta spiritica sarebbe bastata
O vista, coperta di libellule
La firma di Satana su un muro
Dolcissima Maleficia
La planchette a Blanchet****, dai fantasmi al prete
Ritornando con un ragno per il banchetto velenoso
L’astrologo italiano Prelati, fila peccato
Le punte delle sue dita erano profumate di
Lacrime dalle guance dei serafini
In parte fascino e un martello
Cadaverico e loquace
Comanda in una voce di vette gelide
Lui avrebbe voluto avere il suo demone!
Lui avrebbe voluto il suo oro!
Fuori controllo l’anima di Gilles fu venduta
Sotto il vischio e la neve scintillante
Baciandosi nell’ombra dei salvatori abbandonati
(Dalla sala del banchetto ai cancelli stabili
Un cimitero muta nel tono
Affondato sopra il castello come un peso papale
O una profonda pietra filosofale)
L’aria era nauseabonda di trepidazione
Disperazione e disperazione
Poi lui stabilì il suo accordo nel sangue
Ora tutto era ricco e addobbato
Vino fragrante per un mer...so prato
Il suo nuovo mondo aperto con un’alluvione di vino rosso
Il tempo era giusto, questa infelice notte
Per incidere i cerchi uniformi di nuovo…
Mentre un labirinto di rasoi condusse un uomo cieco alle stelle
Così anche Prelati portò il buio
Il suo nome era Barron, occhi come catrame catastrofico
Imbevuti di fuoco
Lo sfamavano brandelli d’infanti su un altare pieno di cicatrici
Impigliato in un sogno
Gli specchi pieni di vapore
Lui inadeguato potrebbe vedere il viso di Giovanna riflettersi attraverso
Il suo ultimo tentativo di aggrapparsi a Dio
Giace infangato in una santa nebbia
E adesso ci fu solo il diavolo a incalzare
Gilles fu avvolto in un incantesimo di velluto
Dell’Inferno e le seduzioni di lei
I giorni assassinati come un Cesare passato
Barron, sputando acido, come sua guida magica
Illumina pire demoniache dove una volta braci morenti si contorcevano
Dolcissima Maleficia