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Il 36% dei minori in Italia, uno su quattro, è a
rischio povertà. Più di un milione di ragazzi
abbandona gli studi prematuramente. Il che
implica che la loro vita sarà del tutto
compromessa, così come la loro salute fisica e il
loro benessere sociale e intellettuale. Ogni anno
il 12 giugno si celebra la Giornata mondiale
contro il lavoro minorile che resta – denuncia
l’Osservatorio sul lavoro minorile – una piaga
ancora aperta. «Al di là dei numeri, di per sé
impressionanti – commenta Pino Pelloni,
direttore dell’Osservatorio – mancano ancora
strategie efficaci per affrontare il problema.»
E
la crisi, naturalmente, determina conseguenze
nefaste su questo stato di cose di per sé
allarmante.
Le stime dell’Oil (Organizzazione internazionale
del lavoro) sul lavoro minorile nel mondo
destano ancora più preoccupazione.
Sono 218
milioni i minori occupati, pari a una persona su
sette di quelle in età compresa tra 5 e i 17
anni. In Italia? Si contano, per difetto, 240mila
minori sfruttati come è emerso dall’ultima indagine congiunta dell’Ires-Cgil e
dell’Osservatorio sul lavoro minorile.
È necessario anche ricordare che l’ammissione
al lavoro per i minori di 15 anni è stata proibita
dalla convenzione 138 dell’Oil dal 1973. C’è,
inoltre, un’altra legislazione che non si può non
prendere in considerazione. È la Convenzione
182 dell’Oil, adottata già nel 1999, che va a
definire chiaramente le forme peggiori di
sfruttamento del lavoro minorile che devono
essere immediatamente combattute dai governi
ratificanti. Tra queste, il lavoro in schiavitù, il
lavoro nel campo della prostituzione e della
pornografia, il coinvolgimento in attività illecite.
Ma anche qui pesa sottolineare che in Italia,
uno dei Paesi più industrializzati al mondo, ben
il 36% dei bambini non ha di fronte a sé nessun
futuro. Una situazione aggravata dall’attuale
critica situazione economica, a causa della
quale il ricorso allo sfruttamento dei minori
diventa pratica quotidiana, se non addirittura l’unica forma di
sostentamento per le famiglie a rischio povertà
(che stanno drammaticamente aumentando).
«Questa giornata di riflessione e di denuncia –
conclude Pelloni – deve servire ad accrescere la
sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla
necessità di eliminare il lavoro minorile e a
impegnare il governo e le istituzioni pubbliche
del Paese a garantire a tutti i bambini un ciclo
completo di educazione primaria, a eliminare
ogni disparità sociale in campo educativo, a venire incontro alle famiglie in stato di
necessità e a ridare, una volta per sempre,
dignità a quelli che saranno i cittadini di
domani».
1 risposta
- GiainoLv 47 anni faRisposta preferita
la colpa è tutta della classe politica e di questi inutili imprenditori, che pensano solo ad arricchirsi, eludendo il fisco.